Name: Pietro Rava
Country:
Italy
Club: Juventus F.C.
Position: *CB, SB
Side: LF/LS
Age: 20-26 years (20/01/1916)
Height: 175 cm
Weight: 77 kg
Attack: 64
Defence: 89
Balance: 84
Stamina: 80
Top Speed: 82
Acceleration: 78
Response: 82
Agility: 77
Dribble Accuracy: 74
Dribble Speed: 70
Short Pass Accuracy: 75
Short Pass Speed: 77
Long Pass Accuracy: 72
Long Pass Speed: 76
Shot Accuracy: 68
Shot Power: 87
Shot Technique: 71
Free Kick Accuracy: 63
Curling: 65
Header: 83
Jump: 86
Technique: 75
Aggression: 64
Mentality: 88
Goalkeeper Skills: 50
Team Work: 81
Injury Tolerance: B
Condition: 7
Weak Foot Accuracy: 6
Weak Foot Frequency: 5
Consistency: 7
Growth type: Early/Peak
CARDS:
S07 - Man Marking
S08 - Slide Tackle
S09 - Covering
SPECIAL ABILITIES: Marking - Sliding - Covering
Attack/Defence Awareness Card: Defence MindedDescritto da Carlo Felice Chiesa «fisicamente prestante, forte di testa, capace di colpire con entrambi i piedi, abile nell'anticipo» era un terzino «asciutto nel gesto, spiccio nelle entrate, agile nelle incursioni offensive ma sempre con la sbrigatività dell'interdittore di vocazione». Ettore Berra ha paragonato nel 1938, sul Calcio Illustrato, lo «slancio» di Rava a quello di Umberto Caligaris: le sue entrate erano spettacolari («affronta l'avversario impetuosamente con quella sua irrompente foga così bella e suggestiva»), il tiro potente («la gamba si distende nel rinvio per raggiungere la massima potenza di tiro») e frequentemente si concedeva incursioni offensive «passando in tromba i mediani e giungendo fino al settore avanzato». Lo stesso Berra ha evidenziato le differenze col compagno di reparto Foni, il cui stile di gioco era «più compassato, più controllato»: a suo giudizio, «le doti dei due giuocatori si completavano a vicenda».
Un'altra descrizione è fornita dal giornalista Alberto Fasano: «colpiva benissimo la palla ed entrava in mischia come doveva fare un terzino avanzato, con energia molto vicina alla truculenza. Saltava molto bene di testa e non aveva paura di nulla e di nessuno. La sua compostezza stilistica era addirittura superiore a quella di Caligaris e di Allemandi, suoi predecessori in azzurro». Giulio Nascimbeni ricordava le sue violente rovesciate, paragonate dai cronisti dell'epoca a «grandi cucchiaiate nell'aria».
Di se stesso disse: «ero un giocatore potente, mancino, in campo non mi sono mai tirato indietro». L'aneddotica lo ricorda anche come protagonista di alcuni episodi di rissa, come quelli avvenuti in un derby del 1946 e in una gara del 1947 contro l'Internazionale, in cui colpì con un pugno indirizzato a Benito Lorenzi (reo di aver rivolto uno sputo a Boniperti) un incolpevole Quaresima.