Simcav
Joined: Sun Mar 10, 2013 10:34 pm Posts: 1743
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Name: Benjamin "Jo" Santos Country:  Argentina Club: FC Torino Position: *SS, AMF Side: RF/BS Age: 25-27 years (07/02/1924) Height: ?? Weight: ?? Attack: 84Defence: 38 Balance: 81Stamina: 82Top Speed: 80Acceleration: 81Response: 82Agility: 84Dribble Accuracy: 86Dribble Speed: 82Short Pass Accuracy: 83Short Pass Speed: 80Long Pass Accuracy: 82Long Pass Speed: 78Shot Accuracy: 83Shot Power: 86Shot Technique: 85Free Kick Accuracy: 78Curling: 83Header: 83Jump: 81Technique: 86Aggression: 85Mentality: 78Goalkeeper Skills: 50 Team Work: 83Injury Tolerance: BCondition: 7Weak Foot Accuracy: 6Weak Foot Frequency: 5 Consistency: 7Growth type: Standard CARDS:S02 - Passer S03 - 1-on-1 Goal S04 - PK Taker S05 - 1Touch Play SPECIAL ABILITIES: Tactical Dribbling - Passing - Goal 1vs1 - PK Taker - 1Touch Play Attack/Defence Awareness Card: Attack Minded INFO:1943-1944 Belgrano ? (?) 1944-1949 Rosario Central 107 (65) 1949-1951 Torino 64 (41) 1951-1953 Pro Patria 25 (4) 1956-1957 Deportivo 12 (1) Quote: JO SANTOS Tratto dal fascicolo n. 17 [editoria - 57] de “Toro, il mito e i campioni”: “Una vita zingaresca, a cavallo di cui continenti, stroncata da un incidente automobilistico su una << carretera >> spagnola. Così si concluse la storia di Beniamino << Jo >> Santos, un uomo buono, forse troppo in un mondo, quello del calcio, in cui trionfano i furbi. Prima di morire, aveva fatto in tempo, nel Genoa, a valorizzare un giovane talento come Gigi Meroni – anche lui vittima di un tragico destino -, e a segnalarlo al Toro, la società che Santos amava più di tutte e nella quale, nell’arco di un decennio, era stato prima calciatore e poi allenatore. Santos era nato a Cafferatta, in Argentina, nel ’24. E il Torino, nella stagione ’49-50, quella della ricostruzione post Superga, l’aveva prelevato dal Rosario Central. Attaccante, implacabile esecutore di calci di rigore, aveva un innato senso del gol, sia di piede che di testa grazie alla statura da corazziere. Firmò il primo in campionato a Venezia, un gol da 2 punti (come veniva premiata allora la vittoria). Si ripetè con il Novara, al Filadelfia, aprendo dal dischetto e chiudendo la goleada (5-1). La grande tristezza per la scomparsa del Grande Torino lasciò spazio ad un sorriso. Ma fu gioia effimera nonostante la prolificità del generosissimo Santos tiratore poderoso che a fine campionato con 27 centri (9 su rigore) si piazzò quarto fra i cannonieri, dietro assi come il milanista Gunnar Nordhal, l’interista Stefano Nyers e lo juventino John Hansen. Il buon rendimento di Santos indusse il presidente Novo a confermarlo per il campionato seguente. E l’argentino si ripetè come miglior realizzatore, ma il bottino scese a 14 gol (4 su rigore), condizionato da un infortunio. Il Toro finì quart’ultimo rischiando la retrocessione. Dopo due stagioni (con 64 presenze e 41 gol) Santos passò alla Pro Patria. Tornò al Toro nel ’60 come tecnico, subito dopo la promozione in serie A. E vi rimase due anni. Il primo non fu facile e lo spettro della B venne allontanato solo alla fine. Accanto agli esperti capitan Bearzot, a << Mobilia >> Ferrario, a << Pantera >> Danova, c’erano giovani del vivaio come Vieri, Ferrini e Crippa. Dopo la grande paura, arrivarono lo scozzese Denis Law e l’inglese Joe Baker, due rinforzi per un campionato più tranquillo. Che tale fu ma solo per la classifica. Law, genio e sregolatezza, fece addirittura piangere Santos che lo cacciò negli spogliatoi in anticipo in una partita di Coppa Italia persa 2-0 in casa con il Napoli. Un paio di mesi prima, i due britannici, alticci, si erano feriti schiantandosi in macchina contro lo spartitraffico tra corso Cairoli e Lungo Po Armando Diaz. E anche i sogni granata di Santos, un galantuomo sentimentale, si erano infranti sul monumento a Garibaldi, l’eroe dei Due Mondi”. Bruno Bernardi
www.bustocco.it/LaStoriaDellaProPatria/santos.htm
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